Tendinopatia calcifica della spalla
La tendinopatia calcifica è una patologia della spalla caratterizzata dalla presenza di depositi di sali di calcio nel tessuto tendineo. Ecco alcune informazioni importanti.
Chi è più a rischio
Studi epidemiologici hanno anche dimostrato che le calcificazioni della spalla possono verificarsi in persone con le seguenti caratteristiche:
- Acromion di forma uncinata (33%)
- Rottura della cuffia dei rotatori (20%)
- Spalla congelata o capsulite adesiva (15%)
- Dolore alla spalla (6,8%)
Le cause
Ci sono due cause principali di tendinopatia calcifica:
- Le cellule dei tendini si trasformano in cellule produttrici di calcio attraverso un processo chiamato “metaplasia,” causando la tendinopatia calcifica. In questo caso, il deposito di calcio si trova all’interno del tendine.
- Il tessuto tendineo, a causa dell’invecchiamento e dell’usura, può degenerare e calcificare (calcificazione degenerativa). In questo caso, il calcio si accumula nell’inserzione del tendine sull’omero.
Dove si deposita il calcio
Il tendine più comunemente coinvolto è il sovraspinoso, seguito dal sottospinoso, dal piccolo rotondo e dal sottoscapolare. Talvolta, il capo lungo del bicipite può essere coinvolto e più raramente la borsa sottoacromiale durante la fase di riassorbimento.
Evoluzione e sintomi
- Prima fase: “formativa”
- Seconda fase: “calcifica”
- Terza fase: “di riassorbimento”
- Quarta fase: “di ristrutturazione”
Clinicamente, la tendinopatia calcifica può evolversi in acuta, sub-acuta o cronica. Il dolore alla spalla è il sintomo principale di questa condizione. Generalmente è dovuto allo spasmo muscolare e alla possibile rigidità della spalla, che limita la mobilità
Visita specialistica
Per determinare la fase della malattia tendinea in cui si trova il paziente, è essenziale che uno specialista esegua un’accurata visita per la valutazione dell’articolarità passiva e attiva, individuando i punti dolorosi e eseguendo test di resistenza comparativi con l’arto controlaterale.
Attenzione: Il dolore può rendere difficile l’esame clinico, quindi potrebbero essere necessari ulteriori esami diagnostici per confermare la diagnosi.
Quali esami sono necessari
La diagnosi richiede una serie di esami, tra cui:
- Radiografie (Rx): permettono di rilevare la posizione delle calcificazioni e valutare la fase della malattia.
- Ecografia: permette una localizzazione più precisa e una valutazione dettagliata della struttura delle calcificazioni. È particolarmente utile durante i controlli.
- Risonanza Magnetica Nucleare (RMN): sebbene non serva principalmente per documentare la calcificazione, può evidenziare eventuali lesioni della cuffia dei rotatori associate.
Questi esami aiutano l’ortopedico a comprendere in quale fase del ciclo evolutivo si trova la calcificazione.
Trattamento
Il trattamento può essere conservativo o chirurgico:
Terapia medica o conservativa
può durare in media un anno o più, a meno che il dolore non sia particolarmente intenso. Gli obiettivi includono la risoluzione dello spasmo muscolare, la riduzione del dolore e la prevenzione della rigidità articolare. Il trattamento può includere farmaci, ultrasuoni, ionoforesi con EDTA, manipolazioni (se c’è rigidità articolare) e laserterapia.
Terapia chirurgica
Lavaggio per la rimozione dei depositi di calcio: questa procedura viene eseguita sotto anestesia locale ed è efficace nel 61% dei casi.
Artroscopia: questa tecnica coinvolge l’inserimento di una telecamera e strumenti chirurgici attraverso piccole incisioni attorno alla spalla. L’obiettivo è rimuovere completamente la calcificazione e, se necessario, suturare la lesione tendinea causata dalla rimozione. Questo approccio risolve i sintomi nel 72% dei casi e li attenua nel 12%. Nel rimanente 16%, i sintomi regrediscono nel tempo seguendo un’evoluzione naturale.